Oltre a questioni tecnico-regolatorie, per sfruttare l’enorme potenziale inespresso della Demand Response non bisogna trascurare i comportamenti dei consumatori, che presentano un’elevata incoerenza tra intenzioni e realtà. La presentazione dell’articolo di Giovanni Goldoni pubblicato su ENERGIA 4.24.
Il ruolo dei consumatori e dei loro comportamenti è cruciale per far avanzare la transizione energetica. Focalizzare la transizione quasi totalmente sul fronte dell’offerta, lo abbiamo evidenziato numerose volte, è stato infatti uno dei principali limiti che ne ha causato il lento progresso. Decarbonizzare l’elettricità espandendo la generazione da fonti rinnovabili come eolico e fotovoltaico, ad esempio, non risolve la crisi climatica se l’elettricità non penetra nei consumi finali.
Sono le innovazioni lato domanda che hanno consentito il successo delle passate transizioni. Il nuovo prodotto deve risultare più vantaggioso del precedente, a livello di funzionalità o per lo meno di prezzo. È questo uno dei limiti che sta rallentando il dispiegamento dell’auto elettrica, pur ritenuta più efficiente sul fronte energetico. Forzare il consumatore, obbligarlo, può risultare fallimentare, come mostrano Monica Bonacina e Antonio Sileo nel numero 4.24 di ENERGIA con riferimento alla scelta politica europea.
Altri contributi nello stesso numero di ENERGIA affrontato il tema del ruolo dei consumatori, di come può variare il comportamento e di come si può intervenire sull’architettura della scelta per raggiungere l’obiettivo desiderato. Alessandro Ferrari, economista presso la Banca centrale europea, spiega l’impatto della transizione sull’inflazione, illustrando come risponde la domanda, ossia l’aggregazione dei comportamenti individuali, all’aumento dei prezzi e all’annuncio delle politiche climatiche.
Comportamenti di consumo sostenibili, lo iato tra intenzione e realtà
Giovanni Goldoni (Università di Verona) analizza invece la Demand Response e i comportamenti di consumo sostenibili. L’articolo suggerisce che dalla diffusione e dal progressivo perfezionamento dei servizi di demand response nel settore elettrico possano venire insegnamenti utili al fine di misurare, controllare e orientare i comportamenti di consumo più routinari.
“In occasione di una riunione del Comitato scientifico di ENERGIA, G.B. Zorzoli mi inoltrò una sua breve nota che mi ha stimolato a riconsiderare il tema della demand response (Goldoni 2021) per collegarlo al quadro, più ampio e più complesso, dei comportamenti sostenibili sotto il profilo ambientale. Citando il terzo rapporto annuale di Bain & Company e vari sondaggi di Eurobarometer, Zorzoli osservava che nelle risposte dei consumatori europei di energia prevalgono atteggiamenti incoerenti, che si manifestano sotto forma di una frequente discordanza tra intenzioni e comportamenti di acquisto e di consumo. A questo proposito, riportava l’esempio del rebound effect nel settore residenziale tedesco, dove gli standard di efficienza applicati alle nuove case le rendono quattro volte più efficienti di quelle edificate quarant’anni fa, ma i consumi energetici si sono ridotti molto di meno perché contemporaneamente sono aumentate la superficie disponibile pro-capite, il numero di ore di funzionamento degli impianti di riscaldamento e/o la temperatura degli ambienti.
Sviluppo questo esempio per dare subito un’idea del tipo di collegamento tra demand response (DR) e comportamenti sostenibili che vorrei tracciare. In una recente pubblicazione sull’efficientamento energetico delle abitazioni in Germania, si sostiene che i calcoli ingegneristici non tengono conto in modo adeguato di due tipologie di rebound effect che si possono incontrare nella realtà (Galvin 2024). (…) L’autore prova poi a dimostrare, in modo piuttosto convincente, che i calcoli di convenienza economica delle ristrutturazioni «profonde» non tornano. E non tornano soprattutto perché i costi delle opere edilizie e i tassi di interesse sono recentemente cresciuti in misura molto superiore ai prezzi dell’energia e alle tasse energetiche. Che fare allora? (…) Quel che è certo è che i consumi elettrici residenziali aumenterebbero a dismisura e la DR diventerebbe un fattore ancora più critico per il funzionamento efficiente e sicuro del sistema elettrico”.
Un’introduzione da cui emergono due aspetti rilevanti, che si intrecciano con altrettante analisi proposte da ENERGIA. Da una parte, le implicazioni di ristrutturazioni “profonde” per abbattere le emissioni nel settore residenziale, la cui relativa Direttiva (“case green”) è analizzata sempre nel numero 4.24 dal gruppo efficienza energetica di Rse che ne inquadra impegni, strategie e costi.
Dall’altra, l’incostanza e l’incoerenza dell’opinione pubblica verso le politiche per il clima e l’azione pro-ambientale, emersa e analizzata nel 2023 in un articolo del sociologo Luigi Pellizzoni.
Demand Response alla prova del comportamento dei consumatori
L’articolo di Goldoni muove dall’inquadramento della sostenibilità ambientale nei comportamenti di acquisto e consumo (par. 1). “Molti filoni della letteratura economica possono essere richiamati parlando di questi temi. Qui farò riferimento ai due che mi sembrano più importanti: l’energy efficiency gap e il gap tra le intenzioni e i comportamenti”.
Il secondo paragrafo presenta le caratteristiche di una realtà molto complessa (par. 2). “Non è difficile riuscire a trovare correlazioni significative tra comportamenti e variabili misurabili come reddito, età, genere. Tuttavia, è possibile con quasi altrettanta facilità osservare individui molto simili per età, reddito e genere, che hanno comportamenti estremamente differenti rispetto alla sostenibilità”.
La terza parte dell’articolo cala nel campo della demand response analizzando le intenzioni e comportamenti dei clienti domestici (par. 3) presentando i risultati di diversi studi e indagini realizzati in Germania, California, Canada e Gran Bretagna.
Il quarto paragrafo esamina l’integrazione della DR nei sistemi elettrici (par. 4) presentando nel dettaglio i più recenti sviluppi regolatori dei meccanismi di demand response in Australia e nel Regno Unito.

Nelle conclusioni (par. 5), l’autore puntualizza, richiamando i risultati di un recente esperimento condotto nel Regno Unito, come molti consumatori che dichiarano intenzioni sostenibili hanno una percezione alterata dell’impatto ambientale dei propri comportamenti di consumo. Ad esempio, la differenza tra le emissioni legate ai consumi elettrici e quelle dovute agli spostamenti. Sebbene le grandezze assolute siano simili, le seconde vengono minimizzate rispetto alle prime.
Pochi dei partecipanti sembrano capire l’importanza di avere una visione di insieme degli impatti causati dalle proprie scelte. A livello istituzionale si stanno così intensificando gli sforzi per rafforzare l’informazione e la fiducia dei consumatori sulla reale sostenibilità dei beni e dei servizi disponibili sul mercato. Modificare le scelte dei consumatori si conferma la vera sfida per le politiche net-zero dell’Unione europea e nel mondo.
Intervenire sull’architettura delle scelte
Lo studio dell’architettura delle scelte e come intervenire per modificarla può fornire un prezioso contributo al riguardo. L’economia comportamentale ci mostra che il comportamento dei consumatori può essere influenzato da «spinte gentili» (nudge) e interventi di architettura della scelta.
Sempre su ENERGIA 4.24 ospitiamo un articolo in cui Luciano Canova e Fabio Tramontana raccolgono i principali risultati relativi all’efficacia e all’accettabilità dei diversi tipi di nudge, al fine di aiutare i designer delle scelte a progettare e organizzare meglio il contesto in cui le persone prendono le decisioni. Se ben progettato, infatti, un nudge aumenta la probabilità che le persone comprendano il processo decisionale e siano quindi in grado di promuovere il raggiungimento dei propri obiettivi. In questa indagine.
Per approfondire ulteriormente aspetti sociologici, psicologici e comportamentali legati alla crisi climatica ed alla transizione energetica rimandiamo al contributo del sociologo Giorgio Osti sulla sociologia del territorio, di Luigi Pellizzoni (2019, 2020, 2021), del sociologo Fabrizio Battistelli.
Il post presenta l’articolo di Giovanni Goldoni Demand response e comportamenti di consumo sostenibili pubblicato su ENERGIA 4.24 (pp. 66-78)
Giovanni Goldoni, Università di Verona e Comitato scientifico ENERGIA
Foto: Pexels
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