18 Febbraio 2025

Nudge, architettura delle scelte e decarbonizzazione

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I nudge sono interventi di architettura delle scelte dei consumatori che consentono di indirizzare i comportamenti verso obiettivi socialmente desiderabili, come la decarbonizzazione. L’articolo di Luciano Canova e Fabio Tramontana su ENERGIA 4.24 raccoglie i principali risultati relativi all’efficacia e all’accettabilità dei diversi tipi di nudge.

La decarbonizzazione è una delle maggiori sfide che le società di tutto il mondo devono affrontare e il comportamento dei consumatori ha un ruolo importante e non pienamente dispiegato in questo processo.

“Nell’ambito del Patto per il Clima Cop26 di Glasgow, i governi nazionali di tutto il mondo si sono impegnati a limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 1,5°C, in parte attraverso il raggiungimento di emissioni nette di carbonio pari a zero nei prossimi decenni. Il raggiungimento di emissioni nette zero comporterà grandi cambiamenti nel modo in cui ogni settore dell’economia opera: ridurre al minimo le emissioni di carbonio, ove possibile, e finanziare la compensazione laddove una riduzione a zero non è fattibile. In questo sistema, il comportamento dei consumatori ha il potere di modificare le strategie delle singole imprese e di interi settori? In teoria sì, dato che le aziende competono per offrire i migliori servizi e prodotti ai consumatori (in base alle loro preferenze), ma cosa ci dicono i dati?

Economia comportamentale, consumatori e spinte gentili

In che misura possiamo quindi decarbonizzare incoraggiando i consumatori a preferire opzioni a basse emissioni di carbonio? Possiamo cambiare materialmente il comportamento e i modelli di consumo dei consumatori e dei cittadini in modo che siano a basse emissioni di carbonio? O dobbiamo concentrare i nostri sforzi su soluzioni più interventiste, come tasse e sussidi? Come possiamo cambiare l’architettura delle scelte?”

Sul numero 4.24 torniamo su un tema già toccato su ENERGIA (si veda ad esempio, Politiche ambientali e azione individuale del sociologo Luigi Pellizzioni), ma che merita di essere approfondito. Se non altro perché consente di innescare e facilitare alcuni meccanismi della decarbonizzazione senza dispendio economico. Una rarità in un processo globale che vede negli enormi costi uno dei suoi principali ostacoli alla transizione.

Si tratta dell’economia comportamentale e di come il comportamento dei consumatori può essere influenzato da «spinte gentili» (nudge) e interventi di architettura della scelta. Attraverso un’ampia review della letteratura, Luciano Canova (Eni corporate university) e Fabio Tramontana (Università di Urbino) ci mostrano il ruolo che possono avere i nudge nell’aiutarci nel processo di decarbonizzazione. Se ben progettato, un nudge aumenta infatti la probabilità che le persone comprendano il processo decisionale e siano quindi in grado di promuovere il raggiungimento dei propri obiettivi o di quelli collettivi, come la decarbonizzazione.

“L’economia comportamentale ci dice che tutti noi prendiamo decisioni soggette a «limitazioni cognitive», spesso utilizzando scorciatoie mentali per risparmiare lo sforzo cognitivo. Il risultato di queste scorciatoie mentali è che l’inquadramento di una decisione conta. Alterare l’architettura della scelta, senza eliminare le opzioni disponibili, è noto come «nudge».

Dalla pubblicazione della prima edizione di Thaler e Sunstein nel 2008 (1), gli interventi basati su incentivi comportamentali hanno visto un immenso aumento di popolarità. Anche l’ambito della transizione energetica è stato e continua ad essere oggetto di interventi ispirati a tale approccio e ne abbiamo parlato già all’interno di questa Rivista (Canova 2018).

Nudge o boost?

Nonostante l’indiscussa fama e anche una sorta di moda associata all’uso delle scienze comportamentali per modificare la struttura degli incentivi, tre ordini di problemi rendono la letteratura ancora piuttosto intricata e meritevole di una rassegna sistematica, utile a definire il contesto per futuri interventi di nudging in modo sempre più puntuale ed efficace con riferimento ai diversi ambiti di applicazione:

(1) il primo problema concerne la definizione stessa di nudge, con le accezioni nate negli anni in seno alla categoria e la letteratura sviluppatasi a partire dal concetto di «boost» (che verrà presentato nel successivo paragrafo);

(2) il secondo filone riguarda le questioni etiche relative all’accettabilità dei nudges e alla possibile manipolazione dei comportamenti con conseguente privazione di libertà dell’individuo;

(3) il terzo e ultimo tema si riferisce infine all’efficacia degli interventi di nudge attraverso una valutazione empirica degli impatti prodotti dai vari interventi. Su questo ultimo punto esiste una meta-analisi (Mertens et al. 2022) che contiene risultati interessanti e faremo in questo articolo un focus su alcune applicazioni in ambito di energia domestica.

Semplificando e usando una metafora cara al pubblico generalista, possiamo dire che gli interventi che agiscono sui processi associativi di Sistema 1 mostrano un impatto maggiore e più generalizzato di quelli che richiedono l’attivazione di un approccio più strategico, tipico di Sistema 2. Daniel Kahneman distingue tra il Sistema 1, che è rapido, intuitivo e automatico, e il Sistema 2, che è lento, deliberato e razionale. Il Sistema 1 agisce senza sforzo, basandosi su intuizioni immediate, mentre il Sistema 2 richiede concentrazione per analizzare le situazioni in modo più logico e riflessivo. Tuttavia, sono proprio gli interventi di riferimento per i cosiddetti boost o i nudges di processo che hanno l’obiettivo di esaltare le competenze e le capacità dell’individuo che effettua una scelta. Ciò è di particolare rilevanza per gli interventi in ambito energetico, volti per esempio ad aumentare l’efficienza nei consumi degli utenti: sono infatti tipicamente interventi che puntano a migliorare la veicolazione delle informazioni e, dunque, rientrano più nella categoria dei cosiddetti boost che, empiricamente, mostrano un impatto significativo, sì, ma di ampiezza ridotta”.

nudge decarbonizzazione

In questa indagine, gli autori raccolgono i principali risultati relativi all’efficacia e all’accettabilità dei diversi tipi di nudge, al fine di aiutare i designer delle scelte a progettare e organizzare meglio il contesto in cui le persone prendono le decisioni per indirizzarli verso obiettivi socialmente desiderabili, come la decarbonizzazione.

Una questione (anche) etica

“Combinando i risultati empirici ai riferimenti bibliografici sul grado di accettabilità del nudge, che sembrano privilegiare gli interventi meno manipolatori e che, dunque, esaltano la libertà della persona con processi decisionali più informati e consapevoli, si arriva a un trade-off: fino a che punto ha senso spingere sul processo decisionale e sulle capacità dell’individuo, facendo leva sulla dimensione di accettabilità sociale dell’intervento che, tuttavia, penalizza l’efficacia finale dell’intervento stesso? E il tema dell’accettabilità del nudge non deve essere messo in relazione con quello altrettanto rilevante delle alternative disponibili in ambito di design dei comportamenti?”

L’articolo muove dalla distinzione tra nudge e boost (par. 1) per poi approfondire il tema dell’accettabilità e questioni etiche (par. 2). La terza presenta i risultati empirici (par. 3) per poi raccogliere le riflessioni conclusive nel quarto paragrafo nel quale Canova e Tramontana provano a rispondere alla domanda i nudge aiutano effettivamente la decarbonizzazione? (par. 4).

“In generale, l’analisi delle evidenze empiriche disponibili mostra che, al di là delle mode passeggere o dell’eco che arriva fino alle orecchie di un pubblico generalista, gli interventi di design dei comportamenti e di architettura della scelta ispirati alle scienze comportamentali costituiscono un valido strumento nelle mani del policy maker. Come sempre, non si tratta né di un proiettile di argento né di un elisir di efficienza miracolosa: solo la terapia del dato e delle evidenze sperimentali può aiutare a disegnare un sistema di incentivi ottimali e di sicuro impatto”. Inoltre, “come in ogni intervento, il policy maker deve fare attenzione alle possibili conseguenze indesiderate”.

Consumatori e transizione

L’articolo è inserito nel numero 4.24 di ENERGIA in un terzetto che mette in luce alcuni aspetti, punti di forza e criticità, del ruolo della domanda e dei consumatori nella transizione energetica. Un articolo sull’impatto della transizione energetica sull’inflazione a firma di Alessandro Ferrari, economista presso la Banca centrale europea. Se la transizione energetica sarà inflattiva o deflattiva e con quali tempistiche dipenderà infatti anche da come reagiranno famiglie e imprese agli aumenti di prezzo e da come verranno loro comunicati i piani di transizione. Ne emerge che, indipendentemente dai parametri economici considerati, nel lungo periodo prevale sempre l’impatto deflattivo.

L’altra analisi è di Giovanni Goldoni, che analizza il tema della demand response per collegarlo ai comportamenti sostenibili sotto il profilo ambientale. I comportamenti sostenibili, secondo Goldoni, dovrebbero idealmente attenersi ad alcuni principi: scegliere i beni o i servizi che impiegano le materie prime nel modo più efficiente e che minimizzano le emissioni; acquistare lo stretto indispensabile, soprattutto se si tratta di beni o servizi a consumo immediato; prestare molta attenzione alla loro durata, se si tratta di beni durevoli; assicurarsi di cercare nuove opportunità d’impiego prima di disfarsi del bene; conferire il bene a fine vita secondo modalità che favoriscono il riciclo e/o il recupero energetico. Ma tra comportamenti effettivi e buone intenzioni espresse corre un gap che si sta allargando. Ai regolatori e ai gestori e alla loro azione congiunta il compito di favorire comportamenti virtuosi a partire dalla demand response.


Il post presenta l’articolo di Luciano Canova e Fabio Tramontana Architettura delle scelte e decarbonizzazione pubblicato su ENERGIA 4.24 (pp. 80-86)

Luciano Canova, Eni Corporate University
Fabio Tramontana, Università di Urbino


Foto: Yelp

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