Francesco Sassi

L’embargo petrolifero europeo e il price cap del G7 sul greggio russo segnano una giuntura critica nei rapporti tra Occidente e la Federazione Russa o, più globalmente, uno snodo cruciale nelle relazioni tra paesi consumatori e produttori.

Dopo anni di incertezze, è ufficiale: il gasdotto Francia-Spagna MidCat non si farà. Al suo posto spunta il BarMar (Barcellona-Marsiglia).

Cosa è emerso dal (fallimentare) Consiglio Europeo del 9 settembre? La totale asincronia tra le due istituzioni europee sul price cap e il paradosso della destra italiana antieuropeista.

Il Consiglio dei ministri dell’Energia ha smorzato il piano gas della Commissione attraverso un grottesco groviglio di deroghe, esenzioni e riduzioni volontarie

Produzione stagnante, consumi interni crescenti, inefficienza dilagante e instabilità diffusa rendono difficile e poco credibile la prospettiva di un incremento dell’export di gas dalla Nigeria verso l’Europa.

Il punto sullo stato delle crisi generate – quella alimentare – o acuite – quella energetica del gas – dal conflitto russo-ucraino

Dopo averne inquadrato le premesse, la seconda parte dell’analisi sull’accordo UE-USA propone considerazioni e mette a fuoco le implicazioni per l’Italia.

Dopo Algeria, Libia e Azerbaijan, è il turno degli Stati Uniti, dove c’è meno diplomazia dell’Italia ma molta dell’Europa.

Il Paese è al centro delle attenzioni italiane ma il quadro appare quantomai complesso e stratificato: dalla vicinanza alla Russia alla volontà di garanzie sulla domanda europea. Il secondo approfondimento sulla diplomazia energetica italiana di fronte alla crisi ucraina curato da Francesco Sassi.