Sotto la lente

Fatti&Percezioni nel mondo dell’energia continuano a muoversi in senso contrario, come evidenziammo sulla Rivista Energia un anno fa.

Dal 1970 sotto l’egida delle Nazioni Unite si celebra il 22 aprile l’Earth Day, la Giornata della Terra, in cui miliardi di cittadini del Pianeta ne promuovono la salvaguardia.

Nel suo bellissimo libro Saggio sui potenti del 1977 lo storico Pietro Melograni ha scritto “quanto più grande è il potere di un capo, tanto più grande è la sua ignoranza”.

Non passa giorno che non sia pubblicato un nuovo voluminoso rapporto sulla possibilità di percorrere con successo, quasi bastasse volerlo, la via che da Parigi porterà nel giro di due-tre decenni alla piena decarbonizzazione dei sistemi energetici e delle economie.

Mentre dilaga la suggestione delle future o futuribili smart cities, città che diverranno intelligenti grazie alle tecnologie digitali, la dura realtà dei fatti offre un quadro molto meno idilliaco. 

Nella recente campagna elettorale si è parlato di tutto e di più, in modo spesso confuso, fantasioso, incomprensibile, ma se ne è parlato.

Nell’unico paese avanzato in cui da oltre trent’anni è stata cancellato ogni KWh nucleare, che ha indetto due referendum (1987, 2011), vincendoli, per ribadirne l’uscita; in cui ci si oppone a ogni investimento energetico di qualsiasi natura – petrolio, gas,…

Nei venti anni al 2014 il gettito delle imposte ‘ambientali’ ma non destinate all’ambiente sono aumentate di circa il 70% raggiungendo la stratosferica cifra di 57,6 miliardi di euro: circa 1.000 euro per ogni italiano.

“Abbiamo salvato l’onore delle istituzioni UE riguardo agli Accordi di Parigi” (sic!). Con queste roboanti parole il lussemburghese Claude Turmes ha commentato la decisione del Parlamento europeo il 17 gennaio scorso di innalzare al 35%, rendendoli vincolanti, sia il target…