G20

Partendo dai (magri) risultati dell’ultimo incontro a Glasgow, ENERGIA 1.22 ha pubblicato alcune proposte per rafforzare il processo decisionale delle Conferenze delle Parti. In vista della COP27 di Sharm el-Sheikh, proponiamo la lettura integrale dell’analisi di GB Zorzoli.

Lo speakers’ corner proposto sul nuovo trimestrale ENERGIA, con i contributi di Alberto Clò, GB Zorzoli ed Enzo Di Giulio.

Tra gli impegni dichiarati dai paesi e il target di riduzione delle emissioni adottato a Glasgow (-45%) c’è un baratro. L’editoriale di Enzo Di Giulio su ENERGIA 4.21.

Se rispettato, il Global Methane Pledge consentirebbe di ridurre il riscaldamento globale di almeno 0,2 °C entro il 2050

Più che interrogarsi sul successo o meno dell’attuale consesso, invero misurabile soltanto a posteriori, sarebbe utile che si riflettesse sulle ragioni dei passati fallimenti, così da correggere meccanismi e ambiti di intervento reiterati da ormai trent’anni.

Testarda la pretesa di ricercare un’unanimità di consensi tra paesi con condizioni assai differenti (G20). Altrettanto inutile avventurarsi in una crociata solitaria (UE).

Earth Day, G7, G20, COP26: i Summit che trattano di contrasto ai cambiamenti climatici si susseguono uno dopo l’altro, ma con quale credibilità se agli impegni non seguono i fatti?

Perché assegnare a un organismo internazionale (l’AIE) una consulenza che potrebbero benissimo fare centri di ricerca pubblici, accademici e le stesse strutture ministeriali?

La crisi climatica è seria e grave, ma eccedere con il catastrofismo mediatico non premia, anzi ottiene il paradossale effetto di declassare la questione nella classifica delle preoccupazioni della gente.