La crisi tra Stati Uniti e Iran non sta avendo, almeno per ora, gravi ripercussioni sul fronte del petrolio (appena +4%). I mercati non paiono più di tanto preoccupati dei rischi di un’escalation bellica nella regione, ma il mancato effetto panico non deve portare ad abbassare la guardia. Soprattutto l’Unione Europea che dalle forniture mediorientali è fortemente dipendente.
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Sotto la lente
Primum vivere, deinde philosophari: fare la transizione energetica, ma anche arrivarci vivi
Le recenti dinamiche mostrano i prezzi di petrolio e gas naturale in crescita. Una situazione paradossale ove i prezzi aumentano mentre la domanda cala o comunque è di molto inferiore a quella pre-crisi. Quattro le conclusioni che possono trarsi. Ma molto dipenderà da come evolverà la crisi sanitaria e con essa la domanda di energia. Sul fronte petrolifero, se il gap domanda/offerta dovesse ampliarsi, si rischierebbe un’impennata dei prezzi. Una possibilità che i governi non dovrebbero sottovalutare. Perché guardare alla transizione energetica è importante e prioritario, ma non lo è di meno arrivarci vivi.
- di Alberto Clò

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